Mini
La Mini nasce da un’esigenza pratica. Nel ‘56 l’occupazione del canale di Suez scatena una crisi petrolifera. Per fronteggiarla, chi costruisce auto destinate alle città deve mettere in commercio modelli che consumano poco. Inoltre bisogna mantenere l’efficienza, la manovrabilità e la possibilità di trasportare comodamente più persone possibile.
La Morris, di proprietà della British Motor Corporation, incarica un ingegnere chiamato
Alec Issigonis di mettere a punto la vettura adatta.
Nel ‘59 esce la Morris Mini Minor. Nonostante l’assetto di guida particolare, da abituarcisi, la macchina soddisfa le aspettative. Quindi ha un notevole successo. Poi escono nuove versioni che rimangono negli anni: Countryman, Traveller e la sportiva Mini Cooper. La rielaborazione da corsa vince tre rally di Montecarlo.
Dieci anni dopo l’uscita della prima vettura, Mini diventa un marchio. Ora fa parte della British Leyland, che negli anni ‘80 sarà gruppo Rover.
La prima generazione di auto passa per tre serie classiche, MKI, II, III e per la Clubman, Clubman Estate, fino alla City. In Australia, in Sud America, in Sud Africa, in Europa, la Innocenti in Italia e l’AUTHI in Spagna, costruiscono Mini su licenza per svariati anni.
Il gruppo Rover in crisi nel ‘88 va alla British Aerospace. Nel ‘94 BMW lo compra. Nel 2000 è smantellato. A BMW rimane Mini. Finisce la prima generazione.
Inizia una nuova era per il marchio.
In 20 anni escono tre generazioni di modelli, nel 2001, 2007 e nel 2015 in diverse versioni.
Le Mini più recenti sono le nuove 3 porte, 5 porte, Cabrio, Clubman, Countryman, tutte configurabili sui modelli One, Cooper, Cooper S e John Cooper Works.
A oggi ci sono notizie riguardo a una generazione elettrica prevista nel 2023.
La produzione Mini così continua adattando, superando anche le lunghezze prestabilite, ma rimanendo della stessa visione. Comodità, efficienza, economia di spazi e di consumo.
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